Ricevimento
Saremo lieti di festeggiare
presso
Castello di Sulbiate
Piazza Castello
Sulbiate
Monza e brianza
La costruzione originale era molto semplice, di pianta quadrangolare, interamente circondata da un fossato, aveva un solo ingresso, con ponte levatoio, aperto nella facciata ovest.
Il ponte mobile, manovrato grazie a un massiccio trave di legno incernierato nella fenditura centrale, esisteva ancora nel XVII secolo.
A destra dell’ingresso, nel massiccio muro erano anticamente aperte solo delle feritoie. Nel corso dei secoli sono state aperte alcune finestrelle quadrate disposte su due piani.
In alto, quasi al sottogronda, si aprono altre finestrelle ad arco.
Era il 1452 quando Paolo Lampugnani fece costruire un castello con il caratteristico ponte mobile. Alla sua morte, Paolo Lampugnani, non avendo figli maschi, lasciò i propri averi alla figlia Susanna che andò in sposa a Prospero Lampugnani. Castello e terre sulbiatesi rimasero, così, ancora di proprietà del casato Lampugnani. Anche Susanna e Prospero Lampugnani come Paolo, non ebbero figli maschi ma solamente una figlia, Chiara.
Alla morte di Paolo Lampugnani avvenuta tra il 1499 e il 1502, tutti gli averi compreso il Castello di Sulbiate, passarono alla figlia Chiara e di conseguenza al marito Niccolò Arcimboldi, il quale alla giovane età di quarantacinque anni morì lasciando la moglie e i tre figli. Fu proprio la moglie, Chiara Lampugnani, ad occuparsi della tenuta di Sulbiate fino a quando, con la sua morte avvenuta nel 1524, passò in eredità ai figli.
Alla nobilissima famiglia degli Arcimboldi appartenne il Castello per oltre due secoli.
Nel 1727 si estinse la famiglia Arcimboldi e nello stesso anno ebbe inizio il lungo inventario degli averi che passarono al “Luogo Pio della Stella” di Milano.
Nel 1855 le proprietà passarono nelle mani dei signori Rocchi. Ma i Rocchi caddero presto in disgrazia e castello, case e terre vennero messi all’asta. Furono acquistati nel 1905 dal notaio Giulio Cesare Cremonesi, ereditati poi dal figlio Carlo che fu sindaco di Sulbiate per numerosi anni. Nel 1985 il Castello passò alla moglie e ai figli.
A lato dell’ingresso si erge la torre principale di sedici metri, in origine più alta, in seguito “mozzata per ignominia” dopo che venne scoperto un Lampugnani tra i congiurati che assassinarono nel 1476 il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza.
L’interno è suddiviso in due cortili comunicanti, il primo, più piccolo, subito dopo l’ingresso, e il secondo, più ampio.